Francesco Rampazzo
Francesco   Rampazzo

Una studentessa in Olanda

14/11/2014

Devo perdere tempo in qualche modo, perché mi annoio solo a studiare, a contare le ore di buio, a perdere la metro, a forzare svedesi e non ad avere relazioni sociali. Quindi, cosa ha pensato Chicco?! Avendo una specie di blog in cui sfotto gli svedesi e autoironizzo sulle mie sfighe da studente all'estero, ho pensato (in realtà, plagiato) l'idea di sentire come se la passano altri studenti italiani (e chissà anche stranieri poi) fuori dall'Italia per motivi di studio.

Ormai si sente parlare di questa generazione erasmus, ma non è l'unico modo per finire all'estero: perché non indagare allora motivi, destinazioni e vedere un po' come è la vita da studente all'estero?

Da queste idee balzane nasce la mia nuova perdita di tempo.

Ad inaugurarla è Irene, una mia ex compagna di corso a Statistica a Padova, che ha deciso di vivere in un paese sì più al sud della Svezia, ma non di certo famoso per il sole e gli inverni miti [o forse sì, ma sono io ignorante].

irene

La parola a lei! ;)

A fine agosto del 2013 sono arrivata a Leiden (in Olanda), città in cui vivo tuttora. Mi sono trasferita per seguire un corso di studi presso l'università di Leiden, nello specifico un master in statistica (MSc in Statistical Science for the Life and Behavioural Sciences). Dunque, mi trovo in Olanda da poco più di un anno e di certo rimarrò qui fino a Settembre-Ottobre dell'anno prossimo. Poi si vedrà...

E' la prima volta all'estero o hai già avuto altre esperienze di studio all'estero precedentemente?

Quella attuale è la mia seconda esperienza all'estero. La prima volta che ho lasciato l'Italia per lo studio è stato durante il secondo anno di laurea triennale per un'esperienza erasmus di cinque mesi presso l'università di Tilburg (sempre in Olanda, amo questo paese!!)

Hai partecipato al progetto Erasmus o ad altri bandi? 

Ho partecipato solo al bando per il progetto Erasmus.

Come è vivere all'estero?

Oddio, un pò difficile la domanda da rispondere in poche righe. Cercherò di fare un elenco sintetico di ciò che mi piace di più e ciò che mi piace di meno del vivere all'estero:

PREGI (alcuni specifici del vivere in Olanda):

  • conoscere molte persone, specialmente di paesi e culture diverse: si tratta secondo me di una fonte di "ricchezza" preziosissima;
  • parlare inglese e la facilissima comunicabilità con gli olandesi (di tutte le età), per i quali l'inglese è una seconda lingua;
  • viaggiare in bicicletta sentendomi la regina della strada (qui in Olanda ci sono più piste ciclabili che strade per le auto) e non dover rischiare la vita buttandomi in mezzo alle macchine per attraversare;
  • la puntualità dei mezzi pubblici;
  • la sicurezza in generale (anche se esco la sera tardi da sola, mi sento sempre al sicuro);
  • vivere da sola ed essere autonoma;
  • gli olandesi sono "free" seppure siano molto rispettosi l'uno dell'altro, e la cosa mi piace molto.

DIFETTI:

  • vivere lontano dal proprio ragazzo;
  • sentirsi talvolta da sola, sentire la nostalgia degli amici;
  • mi manca moltissimo magiare in compagnia;
  • mi manca ogni tanto il cibo di casa (sebbene modestamente mi ritengo una cuoca discreta);
  • se stai male (se hai la febbre per esempio) devi avere cura di te stesso senza l'aiuto di nessuno;
  • non mi piace la passione degli olandesi per la birra e la sbronza;
  • non mi piace il meteo olandese, tipicamente caratterizzato da forti venti e piogge giornaliere.

Cosa ti manca dell'Italia?

In realtà per sbaglio ho risposto in parte alla domanda precedente. Comunque stilo qui l'elenco completo delle cose che mi mancano del mio paese (l'elenco non è da considerarsi in ordine di importanza):

  • le uscite con gli amici (e col ragazzo ovviamente, che però tanto è all'estero, quindi non so se includerlo nel contesto italiano);
  • i momenti in famiglia: le cene in compagnia dei miei genitori, il cibo di casa, le visite a mia nonna e ad una mia zia in particolare;
  • la mia scuola di danza: le lezioni dei miei maestri, i concorsi e il saggio di fine anno, ballare con le mie compagne;
  • tutti i possibili panorami (colli, mare, montagna, laghi), specialmente la montagna e i rifugi!;
  • la pizza;
  • il teatro (purtroppo in Olanda gli spettacoli teatrali, ovviamente, sono in olandese);
  • parlare italiano (nessuno dei miei compagni di classe è italiano e non conosco molte persone italiane, quindi raramente ho occasione di parlarlo) e pure ascoltare il dialetto veneto parlato dai miei parenti e dalla gente in città;
  • il bidet;
  • alcuni prodotti che qui in Olanda non trovo (come il bicarbonato o l'acqua di rose, che è un tonico per il viso);
  • il cinema tradotto (qui in Olanda i film sono tutti in lingua originale coi sottotitoli olandesi, quindi i film la cui lingua originale non sia l'inglese o l'italiano non li posso vedere);
  • il meteo (anche se devo ammettere che sta peggiorando ultimamente);
  • la comodità della mia casa, l'igiene e l'ordine.

E cosa non ti manca?

La vita costante coi miei.

Perché hai deciso di studiare all'estero?

Ho deciso di studiare all'estero nella speranza di avere più carte da giocare nel momento in cui dovrò cercare un lavoro, anche una volta tornata nel mio paese. In principio ho comunque deciso di studiare all'estero, in Olanda nello specifico, con l'idea di aprirmi più porte per il futuro, con l'intenzione di cercare lavoro anche in questo paese, che penso sia molto affine al mio stile di vita e quindi il migliore nel caso scegliessi di trasferirmi definitivamente.

Quali sono gli aspetti positivi dell'università all'estero (metodo di studio, organizzazione, professori) e quelli dell'università in Italia?

All'estero, per lo meno per la mia esperienza, c'è un approccio allo studio nettamente più pratico (con assignments settimanali ed esami pratici con possibilità di consultare note e libri) e molto più consono per la preparazione al mondo del lavoro. Nel contempo lo studente deve essere autonomo, anche nell'approfondire argomenti necessari ma non spiegati in classe (e richiesti negli assignments); questo però, a quanto è sorto discutendone con altri compagni di classe, è una caratteristica tipica dei master (per lo meno di molti immagino). I professori sono molto aperti e "easy": svariate volte mi è capitato di essere seduta affianco a loro durante il pranzo e scambiarci due chiacchiere. Nel complesso apprezzo molto questo approccio allo studio. In Italia la teoria è alla base di tutto e poca pratica. Personalmente durante i tre anni di triennale ho sempre percepito un certo distacco tra studente e professore, sebbene alcuni fossero davvero molto disponibili e alla mano. Mai pranzato con nessuno di loro. Secondo me tutte le specialistiche dovrebbero essere in inglese anche in Italia. L'assenza di assignments, se da un lato è una carenza delle università italiane, dall'altro rende la vita più leggera agli studenti. Lo stesso vale per il numero totale di appelli all'anno per uno stesso esame (4 in Italia contro 2 nell'attuale università in cui studio).

Cosa pensi dell'università italiana e del nostro paese?

Penso che l'università italiana non sia realmente in grado di preparare gli studenti per il mondo del lavoro. Una base teorica è importante, ma la pratica lo è altrettanto. Almeno per quanto riguarda statistica inserirei molti più corsi pratici (per ogni corso insegnato un monte ore di laboratorio al computer) e l'obbligatorietà dello stage prima della laurea. Renderei tutti i corsi di laurea specialistica in inglese e inserire pure dei corsi in inglese alla triennale. Insomma, mi dispiace ammetterlo, ma non ho molta stima del sistema universitario italiano, seppure mi sia piaciuto molto il corso triennale che ho fatto presso l'università di Padova. Ma il piacere non sempre corrisponde alle richieste provenienti dall'esterno in termini di competenze.

Dopo gli studi pensi di tornare nel Bel Paese? 

Ora come ora, il mio piano ideale sarebbe lavorare uno o due anni in Olanda per farmi un pò di esperienza come consulente statistico e poi tornare in Italia nella speranza di avere un curriculum abbastanza competitivo per poter ottenere un lavoro soddisfacente e non in ambito economico. Il mio desiderio è tornare in Italia prima o poi, nonostante tutto, la sento casa e mi dispiacerebbe dover rimanere per sempre lontana dalla mia famiglia e dal mio paese di per sé. Sono speranzosa e fiduciosa possano davvero cambiare le cose per il meglio, seppure nel lungo tempo. Tuttora non smetto di aggiornarmi tutti i giorni sulle novità del mio paese, di qualsiasi aspetto si tratti: politico in primis.

Non scarto comunque l'idea di restare all'estero. Tutto questo, dovendo tenere in considerazione le "questioni di cuore". Ancora devo affrontare l'argomento sotto questo aspetto, quindi vedo davvero un grosso punto interrogativo per ciò che farò una volta laureata: ho solo dei sogni e dei piani immaginari.

Grazie veramente Irene per aver espresso la tua opinione! :)