Uno studente in Svezia (non io!)
21/12/2014
Questa volta gioco in casa! Ho chiesto ad Alessandro, italiano rappresentante dell'ESN, l'Erasmus Student Network, che vive e studia a Stoccolma di rispondere alle mie solite domande. Io devo ammettere di avere un po' snobbato gli Erasmus in questi primi 5 mesi a Stoccolma: sarà perché li ho etichettati come "festaioli", sarà anche perché cercavo di crearmi un network di amicizie più "solide" visto che a Stoccolma ci starò due anni. L'idea di fare amicizie "a termine" mi faceva paura perché significava, nella mia idea, di ricominciare ogni volta. Alessandro porta un punto di vista diverso dal mio e lo ringrazio per questo. :)
A voi Alessandro da Stoccolma!
E' la prima volta all'estero o hai già avuto altre esperienze di studio all'estero precedentemente?
No, ho fatto l’Erasmus in Svezia nel 2011. La città si chiamava Umea ed era molto a nord. Molto vicino al circolo polare artico. Un esperienza indimenticabile. E’stata la mia vera prima esperienza all’estero che poi ho esteso per fare ricerca per la mia tesi.
Hai partecipato al progetto erasmus o ad altri bandi?
Si ho partecipato al bando erasmus.
Come è vivere all'estero?
Sicuramente affascinante e stimolante ma bisogna sempre tenere bene a mente che bisogna averlo dentro di partire e lasciare tutto. Io vengo da una piccola città di centomila anime (La Spezia) e sicuramente Stoccolma è una città molto più vivace e internazionale.
Cosa ti manca dell'Italia?
La cultura e il fatto che sono nato e cresciuto qui. Tutte le abitudini e modi di fare sono insostituibili se cresci in un posto per più di vent’anni. Vivendo in Svezia mi manca anche il modo di fare delle persone (c’è più calore) e non è tanto per dire ma è la verità. Un'altra cosa importante che mi manca, da sportivo, è sicuramente il calcio che ho praticato per anni fin da piccolo. In Svezia il calcio è visto in maniera completamente diversa e c’è sicuramente molta meno disponibilità. Infine, ma non per questo meno importante, mi manca la famiglia e i miei amici. Ma loro mi capiscono.
E cosa non ti manca?
Tante cose ma se dovessi scegliere ti direi il modo di lavorare. Molto più efficiente e allo stesso tempo rilassato. Per non parlare del fatto che da lavoratore/studente sei tutelato perché sei il presente futuro del paese. Anche da immigrato.
Perché hai deciso di studiare all'estero?
Mi sono innamorato. Innamorato del sistema. Molto più coinvolgente e dinamico. Un ambiente internazionale che ti permette di crescere in maniera esponenziale.
Quali sono gli aspetti positivi dell'università all'estero (metodo di studio, organizzazione, professori) e quelli dell'università in Italia?
In Svezia l’università è gratis per tutti (WOW). Ma come detto in precedenza è sicuramente il modo di studiare che è totalmente diverso. I professori sono persone con cui poter aver un dialogo (sempre costruttivo) mentre in Italia (almeno nella mia esperienza pisana) il professore possedeva "la Conoscenza". Da non dimenticare che il mondo digital all’università è stato già implementato e quindi tutto funziona in maniera digitale e più veloce.
Cosa pensi dell'università italiana e del nostro paese?
Vedi sopra
Dopo gli studi pensi di tornare nel Bel Paese?
Non credo. Almeno per il momento la mia esperienza internazionale ha bisogno di un ulteriore spinta per tornare in Italia magari un giorno ed essere molto più competitivo e spendibile nel modo del lavoro. O magari aprirmi un attività tutta mia.
Inoltre, visto che Alessadro è un capoccia della comunità Erasmus di Stoccolma, gli ho chiesto di scrivermi che cosa pensa sia l'Erasmus per te e per i giovani Europei, gli effetti ed i benefici che comporta e se l'Italia dovrebbe puntare di più su l'erasmus sia in termini di uscita che di entrate (di studenti).
La mia esperienza Erasmus è iniziata 3 anni fa in una piccola città a nord della Svezia e non sono mai più tornato indietro. Once Erasmus, Always erasmus. Il progetto Erasmus fu introdotto esattamente 25 anni fa e ora si vedono i grandi effetti della mobilità che questa piccola grande idea sta portando all’Europa. Persone che hanno la possibilità di scoprire, imparare e provare nuove esperienze, è semplicemente un fenomeno devastante. Arrivato a Stoccolma mi sono subito ritrovato a gestire studenti erasmus con la nostra sezione di ESN e soltanto in questo modo uno capisce davvero quanto il mondo è grande e variegato.
A mio modo di vedere l’Italia dovrebbe puntare molto di più su questo progetto sia per lo studio che per il tirocinio. Sicuramente facendo una premessa: per avere più studenti bisogna mettersi l’anima in pace: la lingua inglese deve essere insegnata in maniera più concreta e le varie università devono offrire corsi di laurea in inglese oppure in altre lingue. Non bisogna avere paura di provare nuove culture ed esperienze perché è solo cosi che si cresce come persone e come comunità. Solo in questo modo l’Italia potrà uscire dalla crisi socio-economica che sta attraversando.
Forza Erasmus e forza ESN.
Non abbiate paura del futuro. Il futuro è nostro amico.
Tack tack! Hej då Alessandro!
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